“Io e questa carta da parati ci siamo sfidati a duello.
Uno dei due deve morire”.
-O.Wilde
Sarà che vivo in una metropoli, sarà la voracità nello scoprire la città, ma da quando mi sono trasferita qui tutto sembra più amplificato.
Vivi quasi sempre in uno stato di eccitazione: sei sempre alla ricerca di posti diversi, nuovi. Hai costantemente voglia di scoprire tutto quello che Parigi ha da offrirti, anche se effettivamente il tempo è quello che è. E infatti, rallentare, sembra quasi impossibile.
Nonostante il disagio che sta vivendo in generale la Francia in questi giorni (a causa dello sciopero), nel pieno della mia testardaggine non ho voluto rinunciare a dedicare una giornata (anche al costo di percorrere Parigi a piedi) ad una delle tappe segnate sul mio taccuino: 13 rue des Beaux-Arts.
Il posto si chiama « L’Hôtel », ed è il luogo in cui Oscar Fingal O’Flaherty Wills Wilde passò gli ultimi giorni della sua esistenza. Precisamente nella stanza numero 16. Fuori c’è una targa in marmo con riprodotto il suo volto e il suo nome.
Perché Oscar Wilde
Mi ricordo che proprio come tema della mia tesina di terza media, avevo scelto l’estetismo e la figura del dandy.
È un personaggio che mi ha sempre accompagnata nella mia vita, una costante che non è mai mutata nel tempo
E, per me, oltre ad essere il più brillante, coraggioso e geniale drammaturgo mai vissuto, Oscar Wilde è il perfetto esempio di Eudaìmonia.
Proprio mentre stavo seduta sui gradini di fronte a L’Hôtel, riflettevo sul fatto che O.Wilde, malgrado i suoi anni passati in prigionia, nonostante la fine passata nella povertà, non hai mai rinunciato a essere se stesso, non è mai sceso a compromessi. Fino alla fine, ha espresso la sua natura, la più autentica. E questo lo rende ancora più apprezzabile ai miei occhi.
Pensavo anche al fatto che mi rattrista vedere chi fa uso dei suoi aforismi senza comprenderne il significato; quelli che ne traggono una conclusione semplicistica e superficiale, senza coglierne il potente messaggio a livello psichico che può trasmettere. La sua genialità infatti- ma questo è solo un mio parere– sta proprio nell’esprimere in poche righe concetti spiegati in interi manuali di psicoterapia.
Comunque, mentre ero lì, ho dato un’occhiata sul sito del posto, per vedere quanto sarebbe costato poter passare una notte nella stanza in cui alloggiava lui. “Lasciamo perdere”, ho subito pensato.
Non ho osato neanche entrare, mi è sembrato un posto così inaccessibile. Un pò come quando non eviti di entrare nelle boutique di Chanel, e allora ti limiti ad ammirare quello che c’è esposto in vetrina, dall’esterno.
A fine giornata, quando sono arrivata a casa, ho deciso di appuntare gli aforismi che mi hanno incuriosita, divertita o accompagnata nel corso degli anni.
GLI AFORISMI
“E’ meglio essere belli che essere buoni, ma è meglio essere buoni che essere brutti”.
“Ho il culto delle gioie semplici. Esse sono l’ultimo rifugio di uno spirito complesso”.
“Lo scopo della vita è l’auto sviluppo. Sviluppare pienamente la nostra individualità, ecco la missione che ciascuno di noi deve compiere”.
“Non si può dire che un’atmosfera di alta moralità sia molto propizia alla salute o alla felicità”.
“Oggigiorno tutti hanno spirito. Dovunque si va, non si può fare a meno di incontrare persone intelligenti. È divenuta una vera peste”.
“Amare sé stessi è l’inizio di un idillio che dura una vita”.
“La spontaneità è una posa difficilissima da tenere”.
“Quando una persona mi piace moltissimo non ne dico mai il nome a nessuno: è come rinunciare a una parte di lei. Ho imparato ad amare il segreto: mi sembra l’unica cosa che può rendere misteriosa- o splendida- la vita moderna”.
“L’umanità si prende troppo sul serio. E’ il peccato originale del mondo. Se l’uomo delle caverne avesse saputo ridere, la storia avrebbe seguito un altro corso”.
“L’uomo d’azione è l’unica persona che abbia più illusioni del sognatore”.
“Un pessimista è qualcuno che si lamenta del rumore quando l’opportunità bussa alla porta”.
“La coerenza è l’ultimo rifugio delle persone prive di immaginazione”.
“Non amare chi ti tratta come se fossi ordinario”.
“E’ assurdo dividere le persone in buone o cattive. Le persone o sono affascinanti o sono noiose”.
“Il poeta può sopportare tutto, tranne un errore di stampa”.
“La vita non è altro che un brutto quarto d’ora, composto da momenti squisiti”.
“Oggi bisogna avere qualche occupazione. Se non avessi i miei debiti, non avrei nulla a cui pensare”.
E poi, quella che mi risuona quasi da mantra nei momenti difficili:
“Ah! Godetevi la giovinezza finché l’avrete.
Non sprecate l’oro dei vostri giorni ad ascoltare i noiosi, cercando di migliorare un fallimento inevitabile, o gettando la vostra vita agli ordinari, ai volgari. Questi sono i traguardi malsani, i falsi ideali nella nostra epoca. Vivete! Vivete la vita meravigliosa che è in voi! Niente di voi vada perduto. Siate sempre alla ricerca di nuove sensazioni.
Non abbiate paura di niente”.
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