Una breve descrizione sul perché è così tanto rivoluzionaria.
Il Musée d’Orsay e la Colazione sull’erba di Édouard Manet
Oltre al fatto che è uno dei simboli di Parigi- nonché tappa obbligatoria– ero fortemente incuriosita nel vedere da vicino il dipinto di É. Manet, Colazione sull’erba.
Bel cliché vero? Però mi ha sempre affascinata. Mi ricordo ancora la spiegazione della professoressa Barale, al liceo.
È un’opera rivoluzionaria. E non tanto per la tecnica utilizzata da Manet. Ma per l’audacia con cui ha riprodotto su tela ciò che non poteva nemmeno essere anche solo immaginato.
Provate ad immaginare di vivere in un’epoca in cui, fin dalla nascita, la donna vive in una costante condizione di inferiorità.
Ogni aspetto della sua vita è già deciso, prima dai genitori, e poi dal marito.
Non è può lavorare, non può liberamente scegliere come vestirmi e nemmeno cosa leggere.
Il suo unico compito è procreare e rendersi affabile e servizievole ai bisogni della famiglia.
Immaginatevi, allora, che al di fuori di questa donna così prigioniera e priva di un qualsiasi potere di scelta, ce n’è una lì, seduta. In un prato. Completamente nuda. Vicino a due uomini, con abiti borghesi, oltretutto. Tutti intenti a godersi la loro colazione.
E lei, così disinibita e visibilmente a suo agio. E con quello sguardo, rivolto direttamente allo spettatore. Uno sguardo quasi di sfida. « Insolente » l’hanno definito in molti.
Immaginatevi lo scandalo.
Uno scandalo dovuto soprattutto al fatto che non si tratta né di una figura mitologica né di un qualsiasi personaggio religioso.
“Oltraggioso” “Inaudito”. Immaginatevi le donne e gli uomini, con gli occhi sgranati, quasi impauriti e sicuramente imbarazzati di fronte a quella sfrontatezza.
Ovviamente il dipinto non venne accettato dall’Academie des beaux-arts. Perciò, anziché essere esposto nel Salone ufficiale, trovò spazio nel Salon des Refusés.
Quindi, capirete la fibrillazione nel poterlo finalmente ammirare da vicino. E devo dire che la realtà ha soddisfatto ogni aspettativa.