Vivons d’imprévus… C’est moins long à organiser.
A. Bocat
Ultimamente la mia vita è un susseguirsi di talmente tante novità e imprevisti che ho a malapena il tempo di fermarmi e rifletterci su.
E sapete cosa vi dico? Forse mi piace così. Mi piace l’idea di vivere giorno per giorno, un pò all’avventura, immettendomi semplicemente “nel canale del fare”, come suggeriva in un video U.Galimberti.
Solo, ogni tanto, ho bisogno di prendermi quel giorno off in cui veramente stacco da tutto.
Da quando ho iniziato a fare l’extra da Maison Maison, ne ho fatto solo più un altro, in un ristorante italiano nel 16esimo. Mi viene da sorridere perché non c’è nemmeno un italiano che ci lavora. Bref, comunque mi sono trovata bene e adoro il quartiere. Anche l’equipe si è trovata talmente bene a lavorare con me, che mi ha proposto di andare regolarmente. Questo mi permetterà di arrotondare a fine mese ma soprattutto a cambiare ambiente, incontrare gente nuova.
Non so perché, ma in quest’ultimo periodo è come se avessi bisogno costantemente di nuovi stimoli. Sento che qualcosa dentro di me, come non mai, ha bisogno costantemente di sperimentare, incontrare, vedere, scoprire.
Ed è assurdo (o forse no), ma da quando sono in questo mood, ogni giorno accade qualcosa di nuovo, di inaspettato. Non sempre positivo, ma nuovo.
Tra le novità che stando valore a quello che sto vivendo, stiamo lavorando con Francesca al Poadcast, che verrà lanciato a Settembre. Abbiamo deciso di alternare episodi con ospiti che intervisterò a invece parti dove condivido io la mia esperienza a Parigi. Da poco ho scritto il primo episodio e là, quando ho terminato, ho sentito una pace indescrivibile. Come se ogni volta che sono al pc ricordassi a me stessa che scrivere è la mia strada.
Ci siamo date anche delle scadenze, ragionevoli. Perché tra le attitudini dell’ultimo periodo, ho la tendenza ad essere ailleurs e vivere un pò a caso😄, dimenticandomi però che bisogna avere un minimo di organizzazione.
In più stiamo lavorando alla ristrutturazione del sito, che spero proprio si concretizzi in quello che ho in mente✨
Poi, ho preso coraggio e ho ultimato la bozza del libro che vorrei pubblicare ma che avevo lasciato per mesi lì sullo schermo. L’ho inviata a due persone che stimo molto e una di loro mi me l’ha già rinviata corretta. Non vi dico l’emozione.
Da Falconeri mi hanno proposto di evolvere, magari andando in una boutique più piccola. A loro piace molto come lavoro, dicono che sono solare, attenta e che faccio delle ottime vendite. Ed effettivamente, non per vantarmi, ma è così. Su questa proposta non so cosa rispondere. Loro dicono che potrei giusto provare.
Da una parte mi verrebbe da dire di sì, perché sento che ho le capacità per fare quel gradino in più e avere un ruolo manageriale. Dall’altra ho paura che tolga tempo ai miei progetti.
Non so, vedremo.
In più sono felice perché sto legando con persone sempre più affini a me e che mi fanno stare bene per davvero. Ed essendo tutti nello stesso quartiere (tra chi ci lavora e chi ci abita) riesco a vivermeli nella quotidianità. Non so, da quando ci sono loro, Parigi mi sembra quasi un paesino☺️ Non devo stare lì a programmare a distanza di giorni o settimane. “On se retrouve pour un verre après le boulot?” E via di aperitivo ad aggiornarci di tutti gli accadimenti delle ultime 24h😄
E sì, forse vi starete chiedendo ma con Lui?
Beh…. Con lui abbiamo passato un periodo decisamente no, ma adesso va bene, anzi forse tra qualche tempo la mia vita si stravolgerà ancora di più, ovviamente in positivo.
Diciamo che questo momento mi ha fatto veramente realizzare due cose: la prima, forse la più importante, è che mai mai avere aspettative, idealizzando la persona e il futuro insieme. Perché poi ti ritrovi a soffrire non tanto per gli accadimenti in sé, ma perché non si adattano a quella che era la realtà nel tuo immaginario.
Con Lui mi sono resa conto che avevo delle aspettative troppo elevate, tendendo a idealizzare quello che è Lui e il nostro rapporto.
Quindi alcune cose hanno avuto un impatto su di me che potremmo comparare ad una secchiata di acqua gelata in testa in pieno dicembre.
Questo mi ha portata a realizzare la seconda cosa, che poi è strettamente collegata, e cioè accettare la diversità dell’altro. Ma accettarla per davvero, senza volerla correggere e ad adattarla a quella che secondo il modello ideale dovrebbe essere invece il modello tipo.
A volte tendiamo a ragionare sempre per effetto causale. Se fa così, allora sta pensando così. Se non fa questo, allora significa che.
Quando invece, in teoria, siamo tutti essere unici e irripetibili, e quindi tutti con caratteristiche diverse. Che o si accettano nell’altro o si cambia l’altro.
Questo non significa dover sopportare tutto e non far notare ciò che potrebbe essere migliorato. Ma non significa neanche dover svuotare tutte le energie per cercare di migliorare ogni singola cosa del rapporto.
E le persone non cambiano perché noi glielo diciamo. Le persone cambiano perché lo vogliono loro.
E se ci pensate, non so, alla fine, penso che vogliamo essere solo amati. Non vogliamo essere educati, costantemente analizzati o capiti, riparati.
Vogliamo essere solo accettati e, attraverso l’amore dell’altro, tirare fuori nuovi lati di noi , facendoci evolvere e sentire vivi.
Mini foto diario🦄✨🪐
